Adarve..., n.º 1 (2006)                                                                                                                               Pág. 11

Marco CIPOLLONI

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ogni minimo movimento dei quattro cavalieri dell’Apocalisse fa venir loro l’acquolina in bocca, ma non hanno fretta. Sanno aspettare che le avanguardie, gli eserciti, le salmerie, le pestilenze e le carestie abbiano fatto il loro. Solo dopo, scendono dal cielo e si siedono a tavola. La loro logica non è quella di cui Enzensberger parla nel suo saggio sulle avanguardie, ma quella che descrive nei suoi saggi su Politica e crimine (in tedesco Politick und Vebrechen, 1964), uno dei quali dedicato alla figura del dittatore dominicano Rafael Trujillo (quello di La fiesta del chivo di Vargas Llosa). In un post scriptum redatto nel 1998 in occasione della ripubblicazione in italiano di questi saggi, Enzensberger esprime, con i toni anarchici e radicali che gli sono cari, tutto il suo rammarico per il fatto che, tra il 1964 e il 1998, il suo lavoro non ha perso attualità:

 

Preferirei che i rapporti tra politica e crimine avessero perso attualità e le mie riflessioni del 1964 fossero invecchiate. Purtroppo non è così [...] E tuttavia, oggi come allora, le potenzialità omicide del terrorismo sono poca cosa rispetto a quelle dei poteri statali; uno sguardo ai rapporti annuali di Amnesty International è sufficiente per capire che nessun Sendero Luminoso, nessuna Rote Armee Fraktion possono competere con i governi, quando si tratta di sequestrare, torturare, far sparire persone. Mi spiace molto che questo libro non sia diventato superfluo (Trent’anni dopo: un post scriptum, in Politica e crimine, Bollati Boringhieri, Torino, 1998, pp. 287-288).

 

      Niall Binns è nato nel 1965 e le sue prime poesie sono uscite, nell’antologia Feroces, proprio nel 1998. Gli inizi della sua vita e gli esordi pubblici della sua poesia coincidono quasi perfettamente con le date di edizione e riedizione dei saggi di Enzensberger. Sia l’autore che i suoi versi sono cioè figli di un tempo scandito della perdurante attualità del nesso tra politica e crimine. Le relazioni tra Binns e le sue poesie descritte con precisione dai duri versi di Gypaetus Barbatus, dedicati allo “hermano menor”. In un’atmosfera da apologo nietzscheano, la poesia si scopre sorella minore del suo autore. Nonostante il suo “esfuerzo febril por usurpar el papel que corresponde” a chi la scrive, nonostante una notevole abilità nel “chantaje emocional”, nonostante una plurisecolare tradizione di “quejas lastimeras”, la poesia non riesce a recuperare “ni un centímetro”. Il suo turno, non arriverà mai, perché i poeti, molto disponibili “si se hartan”, purtroppo “no se hartan nunca”. Se Gypaetus

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